logo

Via Don E. Barattin, 27

32010 Chies d'Alpago (BL)

Codice fiscale 93044310253

info@caialpago.it

+39 349 7421635

Soccorso alpino
logo

Via Don E. Barattin, 27

32010 Chies d'Alpago (BL)

Codice fiscale 93044310253

info@caialpago.it

+39 346 9436546

Degnona


 

Vi trovate in località Degnona, a 1110 metri sul livello del mare, attualmente adibita ad alpeggio. Questa località trae il nome dal toponimo “Domignona” ovvero che domina.

Nella zona sono presenti diverse casere di recente ristrutturazione. Da qui è possibile, attraverso il sentiero CAI 931 per escursionisti esperti, raggiungere la cima del monte Teverone che con i suoi 2345 metri di quota rappresenta la seconda vetta più alta della conca alpagota. Il sentiero che conduce alla vetta ha una durata di circa 4 ore per un dislivello totale di 1240 metri. Nell’ambiente che vi circonda spiccano grandi massi sparsi nei prati, dove col tempo hanno attecchito varie specie erbacee ed arboree. Questi massi sono propriamente detti “massi erratici” poiché sono stati trasportati dai grandi ghiacciai Pleistocenici. Nel caso specifico questi massi, distaccatisi circa 20000 anni fa dalle pareti del monte Teverone, vennero trasportati dalla coltre glaciale verso valle. Al termine dell’ultima era glaciale, con il ritiro dei ghiacciai, essi si sono adagiati nel punto dove oggi si trovano. Col tempo queste pietre sono state erose dagli agenti atmosferici e su di esse sono sorti dapprima muschi, poi piccoli arbusti ed infine piante ad alto fusto. Nelle zone della conca alpagota questi pittoreschi massi erratici raccontano la storia plurimillenaria dei grandi ghiacciai, veri attori e autori del paesaggio di cui ancor’oggi piacevolmente godiamo.

Da questa località è possibile raggiungere con mezzi motorizzati il paesino di San Martino, piccolo borgo collocato a circa 866 metri di quota. Di nota bellezza risulta l’omonima chiesetta eretta su di un colle che domina la vista sulla conca dell’Alpago. Nel paese è inoltre situata la sede del CAI Alpago “Benito Saviane”.

Questi territori sono tutelati e gestiti dalla Regola di Montanes. Queste antiche istituzioni, fondate sull’aggregazione di famiglie fortemente identificate con il territorio che abitano, hanno come obiettivo quello di gestire una proprietà collettiva. La Regola è costituita da nuclei familiari ciascuno dei quali è individuato da un “fuoco” ed è chiamato alla gestione e al godimento dei beni patrimoniali collettivi. L’istituto regoliero, un tempo molto diffuso in tutta la provincia di Belluno, si prefiggeva di far fronte alle difficoltà della sopravvivenza montana. Nell’area dell’Alpago l’istituzione delle Regole è documentata da fonti scritte risalenti al 1280, anche se si ipotizza una presenza già a partire dal periodo della dominazione longobarda. Le Regole sopravvivono formalmente fino al loro scioglimento in epoca napoleonica. Nell’alto Alpago, tuttavia, la conduzione delle proprietà collettive prosegue di fatto immutata fino ai giorni nostri. Formalmente le Regole ottengono nuovamente una personalità giuridica di diritto privato grazie alla legge regionale 26 del 1996, affermando così la grande importanza di queste realtà per il territorio.

Ad oggi nella conca dell’Alpago si sono ricostituite sette Regole, sei nel comune di Chies d’Alpago e una in quello di Alpago. Dal novembre 2016 tutte queste Regole si sono organizzate nella “Comunanza delle Regole dell’Alpago”. Il territorio regoliero occupa una superficie complessiva di circa 3000 ettari che si estendono lungo la fascia montana e pedemontana dell’Alpago.

Gran parte dell’attività ordinaria delle Regole consiste nella gestione dei boschi di faggio per la produzione di legname, nello sfruttamento dei pascoli con l’allevamento della pecora alpagota e nella realizzazione e manutenzione della viabilità forestale di accesso alle aree montane. La gestione della proprietà collettiva in forma tradizionale ha impedito nel recente passato la sua trasformazione, permettendo la conservazione delle testimonianze dell’antica vita rurale, oltre che una straordinaria integrità e qualità ambientale. Oggi le Regole dell’Alpago sono attive anche con vari progetti volti a favorire la ristrutturazione e la conservazione del patrimonio edilizio delle malghe e degli alpeggi connessi. Sono impegnate anche con la Comunanza nello sviluppo di progetti che favoriscano la fruizione del territorio mediante iniziative di turismo sostenibile nell’ottica di garantire un futuro il più lungo possibile.

Newsletter

Archivi
Categorie