Vi trovate a 1000 metri di quota in zona Federa-Sgurlon. Già il toponimo vi suggerisce l’utilizzo a pascolo prevalentemente ovino e bovino di tutta quest’area che da Federa a Sant’Anna attraversa le vecchie proprietà degli abitanti di Tambre e frazioni. Molti di questi edifici rurali oggi ristrutturati e adibiti a seconde case, hanno ridato vita e valore a questa bella e panoramica zona.
Vi trovate a valle della zona delle malghe comunali di Tambre, vi circondano ampie distese erbose frammentate da boschi di abete rosso e bianco e di faggio, propaggini della vicina foresta del Cansiglio. In questo luogo durante la stagione estiva avviene la monticazione del bestiame sia bovino che ovino, una tra le più antiche tradizioni della cultura alpina. Nelle distese pascolive erbose il foraggio è composto dalle classiche costituenti delle praterie di calcare. Tra i fiori di montagna si fa notare la Nigretella Nigra, una piccola orchidea di colore rosso carminio dal caratteristico profumo di vaniglia, il muschio fiorito, un grazioso fiore di colore rosa, varie specie di ranuncolo alpino, meglio conosciuto come “non ti scordar di me alpino”, il giglio di San Giovanni e molti altri fiori che a seconda della stagione possono comporre lo stupendo mosaico della prateria alpina.
I classici funghi che si nascondono nei pascoli montani, caratterizzati dalla presenza di sostanza organica prodotta dal bestiame al pascolo, sono il Coprino, le cosiddette “vescie” e la Macrolepiotaprocera, conosciuta localmente con il nome di “ombrela” o “capelon”. Tutti questi funghi sono commestibili allo stadio di primordio, a esclusione della Macrolepiota che risulta ottima quando il suo “cappello”, è totalmente aperto.
Nelle praterie alpine, durante le prime ore del mattino o in quelle serali, si possono incontrare diversi mammiferi al pascolo, quali maestosi cervi accompagnati talvolta da qualche capriolo. Non di rado attraversa il pascolo anche qualche furtiva volpe o qualche martora a caccia di nidiacei. Tra gli uccelli non è raro intravedere la “regina dei cieli”, ossia l’aquila reale, la quale perlustra il pascolo alla ricerca di qualche roditore. Gli animali che invece frequentano costantemente questi luoghi sono i rapaci scrutatori come la poiana e il gheppio, un falconide famoso per il suo caratteristico “volo a spirito santo”. Tra le macchie arboree di abete rosso e faggio, oltre al picchio nero e al picchio rosso maggiore, nidificano anche il gufo reale e la civetta, nonché tutti gli uccelli che vivono in tale contesto.
In zona Le Val, a circa 1km dal punto in cui siete, è stata vittima di Vaia nell’ottobre 2018. A causa di questo tragico evento il bosco ha subìto un grave danno: moltissime piante sono state infatti divelte dal forte vento che ha soffiato a circa 140 chilometri orari. Gli eventi accaduti dimostrano come la natura sia capace di esprimere tutta la sua forza lasciando all’uomo solamente la possibilità di osservare il suo vigore.
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